VERDONE:"UNA COMMEDIA PIU' CINICA ADATTA AI NOSTRI GIORNI"

L'eterno boy scout, il professore logorroico e il giovane cafone. Carlo Verdone riporta al cinema tre dei suoi più celebri personaggi, a detta sua in una versione "più cinica e cattiva che si adatta alla realtà di oggi". Uscirà venerdì nelle sale, nella cifra record di 353 copie, "Grande grosso e... Verdone", commedia che dal titolo promette grandi risate ma che si rivela invece una critica e una dura riflessione sull'Italia di oggi.

Tre mini film, come li ha chiamati il regista e interprete, nati da 1371 e-mail di fan arrivate sul suo sito che chiedevano a gran voce di far rivivere ancora una volta il Candido di "Un sacco bello" e "Bianco Rosso e Verdone", il professore di "Bianco Rosso e Verdone"e "Viaggi di nozze" e il più recente cafone di "Viaggi di Nozze", rimasto storico insieme alla cafona-Claudia Gerini che qui ritroviamo nello stesso ruolo.

All'inizio ero un po' scettico - ha detto Verdone - poi però non è stato così difficile perché non dovevo ripetermi ma estrarre l'anima, il dna di tre personaggi della mia galleria storica e adattarli alla realtà di oggi in cui siamo tutti più cattivi ed arrabbiati".

Le tre storie sono legate da un filo rosso, ha spiegato il regista, "la contrapposizione tra il candore e la volgarità dei nostri tempi. E' un film corale - ha proseguito - in cui i figli sono più saggi dei genitori". Il primo è una favola surreale e tragicomica su una famiglia di boy scout alle prese con la morte della madre e con la "mission impossible" dell'organizzazione del suo funerale. Il secondo ha per protagonista un diabolico professore (per Verdone uno dei personaggi migliori della sua carriera), cattivo, prepotente e ossessionato dal sesso e che ha un tocco di horror che rende il suo male come una presenza radicata e difficile da cancellare. E poi il terzo film, quello in cui rivive la coppia di "bori" Jessica e Ivano che qui diventano Moreno ed Enza, emblemi della famiglia moderna e cafona che si è arricchita con una catena di negozi di cellulari e pensa solo ad apparire. La loro volgarità emerge ancora di più quando decidono di andare in vacanza nell'hotel più in di Taormina per risolvere i problemi con il figlio, mettendo in moto una serie di situazioni comiche e tradimenti che li farà riflettere sui falsi miti e sull'assenza di valori.

Nel film Carlo Verdone ha anche dichiaratamente voluto bacchettare la classe politica (in una scena il professore incontra il politico dalle prostitute): "Avrei voluto farlo anche con più cattiveria - ha sottolineato - poi mi sono fermato. Vorrei che i politici mantenessero più rigore e disciplina, lo pretendo per il ruolo che hanno. Sono rimasto indignato da certe scene come quella che si è vista poco tempo fa al Senato. Quelle sono scene che superano di gran lunga la mia famiglia di cafoni".



a motopì, famo maria in apnea???