00 20/11/2008 14:28

Siamo all'epilogo della trattativa europea sul cosiddetto stato di salute dell'agricoltura che si chiuderà proprio oggi. Trattativa che, per quanto ci riguarda, deve recuperare un vulnus provocato venticinque anni fa da una politica distratta e, con ogni probabilità, non del tutto innocente.

Oggi, non è per niente agevole far capire agli italiani che è paradossale il fatto di consumare un litro di latte straniero ogni due che ne utilizziamo. Non sempre è semplice spiegare ai cittadini che nei Palazzi della diplomazia europea, per anni, le trattative sono state condotte in via esclusiva da funzionari che, per quanto competenti e preparati, di sicuro non erano in grado di colmare il gap provocato dall'assenza della politica.
Spesso, poi, si passa per antistorici o, peggio, per statalisti, quando si esprimono concetti semplici quali, ad esempio, la difesa delle nostre produzioni anche attraverso i dazi doganali: la difficoltà maggiore deriva dall'aver considerato la nostra agricoltura tante cose ma quasi mai quella principale, cioè l'essere prevalentemente economico dell'azienda agricola.


Se non avessimo insistito sui dazi, gran parte della risicoltura nazionale sarebbe stata cancellata.
Stretti tra una storia che ci fa pesare il peso di tanta pessima politica del passato e un'ideologia sull'agricoltura che l'aveva ridotta al rango di una comparsa, ci siamo trovati a sedere sullo strapuntino che la Commissione europea aveva preparato per noi. A poche ore dalla conclusione della trattativa posso già annunciare che un primo risultato, come poche ore fa le stesse agenzie hanno battuto, l'abbiamo ottenuto. L'Italia è ritornata ad essere uno dei Paesi protagonisti dell'avventura europea.


Soltanto pochi mesi fa mi davano di velleitario per il semplice fatto di voler far sentire la mia voce, avendo avviato l'ultima fase di questa a tratti concitata trattativa con dei «no» forti e chiari e pretendendo il rispetto che uno Stato fondatore deve chiedere «a premessa».
Certo, la decisione di presidiare personalmente il negoziato ha pagato: ma la posta era troppo alta per poterla delegare a qualcosa di diverso da chi deve assumersi la responsabilità del governo del Paese.
Così, guarda un po', ci hanno preso sul serio e, oggi per il cittadino che legge, l'Italia porta a casa i primi concreti risultati che riguardano parecchie materie oltre all'annosa questione delle quote latte.
A proposito della quale, senza tema di essere smentito, posso dire che, dopo venticinque anni, il nostro Paese torna alla piena legalità. Sarà un risultato che in molti definiranno «storico» e che avrà poi bisogno di qualche tempo, assolutamente ragionevole, per la sua attuazione operativa.


Alcuni ringraziamenti sono d'obbligo. Il primo riguarda Marianne Fischer Boel, la Commissaria con cui abbiamo trovato la quadra per una questione davvero complessa, che univa le ragioni della legalità a quelle della produzione e ad altre che afferiscono a quella sfera assai complessa da decifrare che possiamo definire «giustizia»: Marianne è stata un'interlocutrice politica e istituzionale, rigorosa e competente.
Un altro grazie va a tutti coloro che, in qualche misura, sono coinvolti nelle decisioni importanti che stiamo assumendo in queste ore. Tutti i protagonisti della filiera agricola: ma soprattutto gli agricoltori, i produttori, i bravi funzionari del nostro Ministero.
Credo che tutti abbiano avuto in testa e nel cuore le ragioni dei cittadini italiani che, credo, potranno sentirsi orgogliosi di partecipare a quella che, per una volta, si è presentata come una Comunità compatta nel voler ottenere un risultato positivo. Che, infatti, è arrivato.

Luca Zaia (Ministro della politiche agricole)

_____________________________________________________________________


Ranma 1/2 Petition




...E' incredibile quante cose si trovano mentre cerchi qualcos'altro.

Ci sono due parole che ti apriranno molte porte: "Spingere" e "Tirare".

Quando hai una cosa, questa può esserti tolta. Quando tu la dai, l'hai data. Nessun ladro te la può rubare. E allora è tua per sempre.

(James Joyce)
Life is not measured by the breaths that you take, but by the moments that take your breath away